venerdì 10 gennaio 2014

Educazione alla gentilezza: Dieci Dicembre di George Saunders

Dieci Dicembre è l’ultima raccolta di racconti di George Saunders, uno degli scrittori più influenti del nostro tempo. Vi ho intimoriti?

Non credo di aver torto quando affermo che il clamore attorno a Dieci Dicembre - il New York Times l’ha definito “il miglior libro che leggerete quest’anno” - sia da imputare quasi interamente a questo signore. 

Saunders piace, anche parecchio. Prima ancora della sua scrittura, è proprio lui ad accattivarci. È un tipo garbato, autoironico. Con una caratteristica particolare, però. Ha negli occhi una bislacca convinzione: vuole migliorare il mondo con un sorriso. Appartiene a quella brutta razza in via d’estinzione: i sognatori. Con l’aggravante di avere una penna in mano. 
Comprensibile quindi l’effervescente entusiasmo che genera Dieci Dicembre e che è ancora più intensificato dalla lettura (Sì, ad un certo punto bisogna anche leggerli i libri, mica solo parlarne!). 

Anche se non arriverete a definire questa raccolta “il miglior libro dell’anno” - cosa che nemmeno io credo, d’altronde - comunque è difficile che non restiate almeno un po’ scossi dall’euforia creativa di Saunders. Tanto che, se non vi piacciono i libri troppo osannati, potete benissimo iniziare da altro. Per esempio, in questo momento, voglio appropriarmi de “Il megafono spento”, sempre edito dalla minimum fax e di cui ha parlato oggi su Internazionale, Giovanni De Mauro.

La raccolta contiene narrazioni molti diverse tra di loro, soprattutto a livello stilistico. Saunders è un camaleonte e adotta diversi registri e soluzioni formali, di modo che il lettore resti sempre spiazzato e debba “ri-sintonizzarsi” quando inizia un nuovo racconto.  
Nonostante quest’imprevedibilità, vi è una costante emotiva che fa da filo conduttore per la raccolta: la scelta tra l’avarizia dei sentimenti o la compassione, l’individualismo meschino o un atto di altruismo. 

Un motivo ricorrente è quello del salvataggio, di particolare rilevanza nel primo (“Giro d’onore”) e nell’ultimo racconto (“Dieci Dicembre”) - per me, i migliori dell’intera raccolta. I personaggi si trovano nella posizione di dover rinunciare alle proprio regole, al proprio ritmo di vita per soccorrere qualcuno, per aiutare uno sconosciuto. Saunders si interroga sulla possibilità di poter ancora compiere atti di disinteressata umanità in un mondo governato da mercati e dove le emozioni sono mercificate.   

Dieci storie originalissime che contengono immagini bizzarre e mondi fantasiosi che celano un intento morale ammirevole e per niente scontato. La satira del mondo moderno che fa l’autore texano ha una vena surreale e immaginifica, non ha i toni duri dell’indignatio ma un’ironia garbata. 
Ciò non vuol dire che sia innocuo o privo di spigoli. Quello che voglio dire è che non è mai disturbante (come invece è stata per me la lettura di quel meraviglioso romanzo che è Mattatoio n. 5 di Vonnegut a cui Saunders è stato spesso accostato).


È difficile costruire delle storie “assurde” che non si rivelino dei vuoti esercizi di stile, dei giochini cerebrali e autoreferenziali. Il rischio di quest’artificiosità è di lasciare tiepido il lettore. Devo ammettere che alcuni racconti, secondo me, sono freddi, non tutti hanno la stessa carica emotiva. Ma d’altra parte è anche normale il fatto che in una raccolta ci siano racconti più o meno belli. 
La possibile mancanza di cuore di alcune short stories è comunque compensata dalle buone intenzioni dell’autore. Insomma Saunders è troppo bravo per non piacerci, troppo anomalo per lasciarci indifferenti. Un libro che dà una chance all’altruismo e alla speranza, di questi tempi è più unico che raro. Sto dicendo che Dieci Dicembre è ruffiano? Probabilmente lo è ma Saunders non lo fa pesare.

Dirò la verità: secondo me, Dieci Dicembre non è un capolavoro. Ma è una sfida contro l’individualismo e gli egoismi del nostro tempo, ecco perché entusiasma (e meno male!).
Saunders ci dice che la disperazione del mondo è sopportabile. Non è buonista, non è mieloso, non è troppo rassicurante. 

“Il bambino si accostò alla recinzione. Se avesse potuto dirgli, solo con uno sguardo: Non è detto che sarà sempre così. All’improvviso la tua vita potrebbe diventare stupenda. Può succedere. A me è successo”.


Dieci Dicembre è un libro prezioso. Per me ha soprattutto un merito: quello di avermi dato una nuova visione della letteratura. Fin ora mi sono sempre accostata ad autori di rottura, immagino sia una fase, che riuscissero a sconvolgermi, a descrivere la brutalità e le contraddizioni del mondo. Ora penso che c’è ancora posto per una sorta di educazione alla tenerezza, al garbo e alla gentilezza nella letteratura, nell’arte. Ed è anche grazie a Saunders. 

9 commenti:

  1. Lieto di saperti tuffata, in un modo o nell'altro, nel novero dei decadecembristi :) E complimenti per il pezzo.
    Insomma, riassumendo con l'accetta, Saunders sarebbe una sorta dl Jeckyll dell'Hyde Vonnegut? (buon vecchio Kurt, io sono andato a vedere Dresda solo per aver letto Mattatoio 5) Ipotesi intrigante.

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    1. oops... Jeckyll o Jekyll? dannazione, non lo azzeccherò mai...

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  2. "Giro d'onore" e "Croci" sono i racconti migliori secondo me. Ma anch'io non penso che questa raccolta non sia un capolavoro. Sono rimasta alquanto delusa. "Il miglior libro che leggerete quest'anno" mi è sembrata un'affermazione esagerata. È originale, questo sì, ma l'originalità bisogna anche saperla gestire.

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    1. Anche fuga dall'aracnotesta per me è molto bello. Invece, sai che Croci non mi ha entusiasmato?

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    2. Sì, vero, anche quello è carino. In genere le raccolte sono tutte così; c'è chi preferisce un brano, chi l'altro.
      È sempre difficile giudicare, anche perché quel che viene fuori è una sorta di "media di risultato" e inevitabilmente il giudizio diventa sommario e approssimativo.

      p.s: sto leggendo Undici Solitudini! ;)

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    3. Ecco, Undici Solitudini ha una coerenza interna ed una coesione stilistica che invece manca del tutto (volutamente!) in Dieci Dicembre. è meravigliosa.

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  3. cara ilenia, il tuo post ha ispirato questo mio post.
    http://leggimiognigiorno.blogspot.it/2014/01/sui-discorsi-banalotti-tenuti-da-alcuni.html
    e' buffo il fatto che entrambi tiriamo fuori il grandissimo vonnegut, ma per motivi cosi' diversi…
    ciao ciao, m.

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  4. Io ho trovato "Dieci dicembre" una raccolta molto efficace. Direi la più convincente tra quelle di Saunders che ho letto finora. Mi sono piaciute sia le storie che la particolare attenzione dedicata al linguaggio dei personaggi ma soprattutto lo sguardo compassionevole sulle vicende dei protagonisti.

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  5. Bella recensione, il tema mi è molto vicino per cui appena posso lo leggo. Ti farò sapere cosa ne penso. :)

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